Il pensiero del granchio - The crab's thought
(Aprile 1999 - April 1999)

Rubrica di ciò che il granchio pensa nel suo buco-giardino.
What the crab thinks in his hole-garden.

rondini

Giochi di computer (2)

Computer games (2)

Nei giochi per computer l'utente rifiuta sia l'estrema difficoltà sia l'eccessiva facilità nel superare gli ostacoli. Egli esige una giusta misura difficilmente valutabile e diversa per ogni persona e, nella stessa persona, variabile di momento in momento. Ciò significa che è difficile soddisfare il gusto del pubblico, e tuttavia il produttore di software ci deve provare cercando di conoscere le esigenze più diffuse, con indagini di mercato. Su Internet qualche volta si fanno utili indagini quasi spontanee che, oltre ad aiutare gli interessati, servono pure a soddisfare semplici curiosità. Bene, aspettando di trovare prossimamente un'indagine di questo genere, cerco nei miei ricordi i giochi per computer che mi hanno appassionato negli anni passati o che per un motivo o per l'altro mi sono piaciuti.
Alcuni dei miei ricordi su questo argomento ormai risalgono a diciotto anni fa, cioè ai primi anni '80. I giochi erano quelli che trovavo per gli 'home computers", in commercio o in prestito tra colleghi di lavoro. Questi computers casalinghi erano, tra pochi altri, il TI994A, il Sinclaire Spectrum e il Commodore 64; o almeno erano quelli che sono capitati nelle mie mani, dei quali soltanto posso parlare. Del primo non ricordo che qualche gioco di scarso rilievo. Però ricordo con piacere le serate spese ad imparare il Basic e a produrre qualche gioco, come "Punti e case" (Strike and balls), un "Music Maker" rudimentale, una Slot machine, l'imitazione di un gioco da tavolo chiamato "Septima legio". Quando, in seguito all'acquisto di una costosa scheda da aggiungere al TI994A, ebbi modo di usare e imparare l'Assembler di quella macchina, feci anche un programma per disegnare e dipingere, anch'esso rudimentale e incomparabile con gli attuali preziosi strumenti grafici come Paint Shop Pro o Photoshop. Lo Spectrum arrivò molto più tardi. Lo ebbi tra la fine del 1985 e l'inizio del 1986 come compenso di un lavoro lungo e noioso fatto per un gruppo di amici appassionati di Totocalcio. Per il nuovo computer e per il Commodore 64 che acquistai dopo pochi mesi trovai, sempre in prestito o a buon mercato nelle edicole, una grande quantità di software. Oggi questi due computers sopravvivono negli Emulatori e nel relativo software applicativo.
La tecnologia in questi anni ha fatto grandi passi, sicché il Pentium II o III non è paragonabile a quegli home computers; i quali tuttavia avevano qualcosa che nel PC stranamente è scomparso: la capacità di emettere suoni apprezzabili senza schede aggiuntive e di potere essere programmati con un Basic che aveva - ad eccezione del Basic del Commodore 64 col quale bisognava ricorrere a qualche piccolo ma efficacissimo artificio - comandi speciali per la produzione del suono. Le possibilità grafiche erano di gran lunga inferiori a quelle odierne ma, devo dire, i giochi che ricordo più volentieri non hanno nè scenari policromi tridimensionali, nè colonne sonore poderose. Uno dei più belli per me è Jumping Jack, un omino con un gran testone, sommariamente disegnato, da guidare su una specie di pentagramma tra i cui righi si aprono spazi attraverso i quali l'omino deve saltare ogni volta sul rigo superiore, pena una scossa debilitante che gli procura un tremendo capogiro e lo rende inerte per alcuni secondi preziosi. Altro gioco bellissimo è Atic Atac, un personaggio da scegliere fra tre o quattro e da accompagnare attraverso le stanze di un castello abitato da streghe e spiritelli contro i quali bisogna lanciare un'arma (un'ascia, una mazza ferrata, un coltello...) per difendersi, prima che quelli riescano, con il loro contatto, a consumare la vita del personaggio rappresentata da... un pollo arrosto. E tra i giochi del Commodore, uno dei più divertenti per me è Popeye, il celebre Braccio di Ferro che deve raccogliere i cuori amorosi e i fiori caduti ad Olivia, evitando gli attacchi feroci del suo eterno nemico e di uno gnomo maligno che compare all'improvviso e gli lancia pericolose scatole di spinaci. Altri giochi, come "Mission impossible" o "Montezuma" sono molto gradevoli, ma non molto adatti a me: posso giocarci con piacere per qualche minuto; poi le difficoltà e anche il ripresentarsi di situazioni per me troppo simili alle precedenti mi convincono a desistere. Alla stessa maniera, divertenti ma per poco, considero i giochi di kung fu e karatè. Ma ce n'era uno, di cui non ricordo il nome, in cui il protagonista, lottatore di kung fu, doveva affrontare diversi nemici in molti scenari interni ed esterni e procedere verso una meta accompagnato da una deliziosa musica orientale. Era insomma un adventure in embrione. Ricordo di averci giocato per ore senza stancarmi. Ugualmente ho giocato volentieri con Aztek, un azteco che, correndo, deve superare molti ostacoli tremendi, dai pali appuntiti che emergono dal suolo, ai trabocchetti invisibili, alle pietre che cadono da una piramide, ai serpenti e scorpioni velenosi. Un vero adventure era "The Rocky horror show", lento ma simpatico gioco dello Spectrum, tratto dall'omonimo film.
Gli adventure veri sono quelli prodotti dalla Lucas Film (poi Lucas Arts) e da altre ditte minori per il PC. So che fra i tre computers di cui ho parlato e il PC esiste un gioiello che si chiama Amiga, che sfortunatamente non ho mai posseduto, e quindi non ne so nulla. Chi lo conosce potrebbe scrivere qualcosa sui suoi giochi e sarebbe sicuramente ospitato sul prossimo numero del Granchio.
Per il PC esistono molti tipi di giochi: arcade (che sono quei giochi in cui bisogna guidare un cannoncino o una navicella spaziale il cui compito è sparare su invasori e nemici di ogni genere fino ad annientarli), puzzle (che oltre a quelli che in Italia chiamiamo appunto così comprendono ogni specie di gioco di intelligenza in cui bisogna risolvere problemi di difficoltà sempre crescenti), labirinti, piattaforme, simulazioni di attività reali e di giochi da tavolo, giochi di carte. Degli arcade alcuni tipici come gli Invaders sono piacevoli per breve tempo. Tra i puzzle ricordo Sokoban, Box World, Bolo3, Axium, tutti appassionanti. Ma il più bello della categoria è sicuramente Lemmings in cui eserciti di omini procedono verso una sicura morte (e a questo si deve il nome del gioco) se non vengono indirizzati opportunamente con le giuste monovre. Tra gli adventure più belli ricordo Ween, Shadow of the comet, Zak, Lerry, almeno tre giochi con Indiana Jones tra cui Indiana Jones e il fato di Atlantide, Monkey Island I, II e III, The day of the tentacle.

Il ricordo di tanti giochi meravigliosi e la coscienza di una situazione caotica nella produzione del software di base per i moderni PC suggeriscono al Granchio alcune amare considerazioni. Oggi i vecchi giochi, per chi non sia un superesperto o non riceva suggerimenti da un superesperto, non si possono più usare con Windows 95 o 98. Viceversa i giochi nuovissimi in 3d non si possono usare se non si possiede una scheda grafica adatta, oltre a software aggiuntivo come Directx. E allora che cosa si può usare? Niente. Se uno spende tre milioni per comprarsi un PC e non si accontenta di versioni freeware o shareware, deve spenderne almeno altri due per avere il minimo del software necessario che, con un'alta probabilità, dopo un anno o due, cambiando il sistema operativo, sarà inutilizzabile.

User, in his computer games, refuses both the excessive difficulty and the excessive easiness in exceeding obstacles. He wants a right measure difficulty evaluable and different for each people and, for the same person, different in different times. That means it's difficult to satisfy the custom requirements even if the software producer must try to know the general requirements with market researchs. Sometimes somebody does useful spontaneous researchs in Internet helping both interested and only curious people.

Linea-penna


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