ItalianoTORNA ALL'INDICE ------------- BACK TO MENUInglese
Pensiero con la coda 

(di Cira Almenti - Inverno 2014-2015)

scorpio

YIN E YANG


Chiunque abbia nella zucca un po’ di sale comprende che per aver sale nella zucca bisogna avere la zucca. Se la zucca non avesse la buccia non potrebbe contenere in sé la polpa e i semi, se non avesse la polpa non potrebbe produrre i semi, se non ci fossero i semi non ci sarebbero zucche in giro. La zucca ha un interno e un esterno, che esistono solo in relazione l’uno all’altro.

Questo computer ha una struttura esterna perché se tutti gli aggeggini che ci sono dentro fossero sparsi sul mio tavolo non potrebbero funzionare, inoltre senza uno schermo e una tastiera io non potrei interagire con un computer. Gli aggeggini sono dentro e lo schermo è fuori. Ma ancor più all’interno, dentro gli aggeggini, non come oggetto fisico ma come insieme di funzioni, c’è il software. Il software non scaturisce dagli aggeggini stessi per caso, piuttosto nasce dall'uso a cui gli aggeggini sono stati destinati dai programmatori. Se il software non fosse nel trabiccolo, sarebbe solo un’idea nella mente di qualcuno, mentre il trabiccolo senza software sarebbe un inutile mattone.

L’interno è il motivo per cui esiste l’esterno. L’esterno permette all’interno di manifestarsi e funzionare. Il mondo in cui viviamo è fatto così: tutte le cose vengono prima pensate e progettate e poi costruite. Quando le idee sono solo idee sono invisibili, sono ancora interno senza esterno. Poi si costruiscono il guscio e diventano lampade, tavoli, sedie, case, strade, automobili...

L’antica filosofia cinese, che comprende il mondo ad un livello molto profondo di astrazione, attribuisce all’interno la qualità yin e l’esterno quella yang. Yin e yang sono attributi, categorie concettuali, non cose. Il software del computer e il seme della zucca sono yin fintanto che restano in potenza a zucca acerba e computer spento; quando il computer si accende e la zucca germoglia assumono la qualità yang: il movimento di risalita e di espansione. Yang è l’interfaccia fra la zucca e il mondo: la parte esterna della zucca che permette ai semi di zucca di rotolare da qualche parte per dar vita a nuove zucche.

Yin e yang sono inestricabili. Un intero, per essere intero, deve comprenderli entrambi. Come non esiste una zucca che non abbia interno ed esterno, così non esiste un essere completo che sia tutto yin o tutto yang: il distacco delle due polarità è la morte. L’ideogramma di yin rappresenta il lato in ombra di una collina, l’ideogramma di yang è il versante al sole. Il versante che è al sole la mattina sarà all’ombra nel pomeriggio e viceversa. Il giorno ha 24 ore, di cui una parte, quella diurna, è riservata all’attività esterna e l’altra, quella notturna, all'attività interna di riparazione ed assestamento detta riposo. Il confine tra yin e yang è nel punto inesteso in cui cui l’uno, raggiunto il culmine, si trasforma nell’altro. Nello spazio è lì dove l’interno diventa esterno, nel tempo è l’attimo del mezzogiorno e della mezzanotte, ovvero dei due solstizi.

Nel caso di noi esseri semoventi, la qualità yang rappresenta il movimento verso l’esterno, la qualità yin rappresenta il rientro. Non si può uscire di casa (yang) la mattina (yang) se non ci si è rientrati (yin) la sera (yin) prima, non si può scalare (yang) l’Everest se non si è dormito abbastanza (yin), non si può mangiare (yin) senza evacuare (yang). Non si potrebbe parlare (yang) senza aver riflettuto (yin).
La mente razionale è yin, il tumulto delle emozioni è yang. Yin resta imparziale mentre yang si tuffa nella mischia.Yin è l’acqua fredda, yang è l’acqua che bolle. Se l’acqua non bolle mai non si può cuocere la pasta, se continua a bollire a oltranza evapora tutta e alla fine la pentola si brucia.

Lo sfortunato accostamento di yin a qualità ritenute “femminili” e yang a qualità ritenute “maschili”, unito al maschilismo patriarcale del pensiero confuciano, ha fatto sì che già nell'antica Cina confuciana nascesse una scuola di pensiero, iniziata con il celeberrimo medico Hua Tuo nel primo secolo d.C., (http://www.agopuntura.org/html/tesoro/classici/Hua_primo_libro.pdf, pag 6) che riteneva yang in qualche modo “migliore”, mentre l'antichissima Cina taoista prediligeva yin. Accostare, e ancor peggio assimilare qualità astratte a persone concrete – le persone non possono mai essere astratte – è un vizio del pensiero che ha portato, in tutte le società maschiliste (cioè il 99% di tutte le società conosciute), a svalutare tutto ciò che per errore, pregiudizio o accidente grammaticale è stato associato al “femminile”. Addirittura alimenti ritenuti più yin vengono eliminati dalla tavola, con grave danno di chi ha bisogno proprio di quegli alimenti perché magari ha un quadro energetico tendente all’eccesso di yang… E’ facile assolutizzare il relativo, perché il relativo richiede una mente elastica; è difficile capire che lo stato di cose più desiderabile non è il predominio di yin o di yang ma l’omeostasi tra i due. E’ difficile anche capire che yin senza yang e yang senza yin non esistono. E’ difficilissimo accettare come risposta un “Dipende” invece che un “Le cose stanno così e così”.

Se nell’organismo yin e yang non sono in equilibrio, l’energia vitale non circola bene e l’organismo finisce per ammalarsi. La medicina cinese classica definisce le malattie fondamentalmente come risultato di un eccesso o di un deficit di yin o di yang. Questo squilibrio nasce nella mente e nelle emozioni, sbilancia la circolazione energetica e si manifesta nel corpo. Dato che yin nutre yang, mentre yang mette in movimento e fa da vettore a yin (http://www.albertoaleotti.com/Portals/0/gestore/documenti/teoria-dello-yin-e-dello-yang.pdf), se manca yin, yang non è nutrito e deperisce, se manca yang, yin rimane bloccato.

Che dire del nostro mondo, in cui si parla molto e si riflette poco, si scalano montagne di lavoro e non si dorme, il giorno non finisce mai e tutto sembra essere in uscita, come se all’interno non ci fosse niente?
Le malattie del nostro mondo progredito e moderno: fretta, competizione, arroganza, aggressività e le loro controparti fisiche che spesso si manifestano nel sistema cardiocircolatorio, sono eccessi di yang. L’eccesso di yang può nascondere un deficit di yin: forza apparente, agitazione che nasce dalla mancanza di una solida base. Il nostro mondo gira come una trottola impazzita; collettivamente ha ancora abbastanza yin di riserva e molte pentole da bruciare prima di fare il botto, ma troppi individui si accasciano anzitempo, fulminati da infarti o emorragie cerebrali, mentre molti di più sono perennemente frustrati e amareggiati dalla loro vita di trottole.

È da parecchio tempo a questa parte che veniamo martellati dalla teoria che all’interno non ci sia nient’altro che un nulla vuoto, e che tutte le cose siano venute fuori dal fuori e non dal dentro. Anzi, meglio non pensare a cosa ci sia dentro.

È un’ idea malata, eppure ci crediamo e viviamo come se corrispondesse al vero, forse senza saperlo mettere in parole. Manca yin, manca il “femminile”, se volete metterla così, manca l'acqua mentre la foresta brucia e noi continuiamo a credere che l’acqua non esista o non sia necessaria alla vita.

La televisione è un trabiccolo che butta in fuori. I programmi sono preparati e registrati in fretta e furia o improvvisati in diretta. Presentatori, giornalisti, comici e politici parlano a valanga senza aver nulla da dire, moltiplicano luoghi comuni, raccontano dettagli irrilevanti di vita privata, ripetono quello che hanno già detto, reagiscono a razzo a qualsiasi stimolo pur di allungare il brodo. Dietro questa continua corsa di yang verso l’esterno, in un’esplosione di suoni, colori e luci perennemente in gara per superare se stessa, non c’è niente. Yin dovrebbe essere il contenuto di yang, ma yang ha troppa fretta di uscire per occuparsi del proprio scopo primario, che era quello di contenere qualcosa e permettergli di manifestarsi. Lasciato a se stesso, privo di un contenuto da trasportare, yang non serve a niente. Gira a vuoto, moltiplica, ripete, svolazza di palo in frasca e diventa aggressivo. Yin rimane dentro, nascosto e dimenticato, mentre fuori succede il quarantotto.

Nelle scienze umane e sociali è apparsa negli anni ‘50 una teoria secondo cui non esistono mente e pensiero, ma l’illusione della loro esistenza nasce dal linguaggio. E il linguaggio nasce dal linguaggio. Pensare a cosa ci possa essere prima e dietro è inutile, ed è comunque un atto linguistico. È una teoria del fuori che viene fuori dal fuori, complessa, affascinante e specchio dei tempi. Ormai sono pochi i sostenitori di questa teoria “costruzionista” (cioè secondo cui la realtà è costruita socialmente con mezzi linguistici) allo stato puro, la maggior parte dei ricercatori ammette che esista una mente, uno yin dietro lo yang, ma in genere inteso come software nato per caso come qualità emergente di un hardware. E ci risiamo con l'idea che yang sia migliore di o preesistente a yin.

In questi giorni del solstizio d'inverno, il momento più yin, più profondo dell'anno, dovremmo starcene in quiete a contemplare la bellezza del cielo stellato e la meraviglia dei moti orbitali dei pianeti intorno al sole, l'oscillazione dell'asse terrestre che causa l'alternanza delle stagioni. Dalle viscere di yin, subito dopo il solstizio, comincia la lenta risalita di yang. Dovremmo contemplare questo e rallegrarcene, invece corriamo fuori a fare acquisti inutili e a festeggiare in modo rumoroso, così invece di lasciarci nutrire dalla potenza di yin, alla fine delle feste saremo più stanchi di prima e avremo sprecato un altro inverno. Spreca oggi, spreca domani, anche l’ambiente ha capito che non vogliamo l’inverno, non vogliamo fermarci, non vogliamo riflettere ma solo correre dietro alle emozioni, insomma non sopportiamo yin. E così alla terra è venuta la febbre e si riscalda sempre più. La febbre può essere una strategia dell’organismo per eliminare un patogeno, ma può anche andare a finire male, se la causa profonda della malattia rimane. La causa profonda è nascosta nel profondo, e per scendere nel profondo bisogna invertire la rotta e fermare la trottola impazzita.

Che faremo?
Cira

 



ItalianoTORNA ALL'INDICE ------------- BACK TO MENUInglese