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Pensiero con la coda 1 

(di Cira Almenti - Estate 2009)

scorpio

FAMIGLIE IN VACANZA

La villeggiatura delle famiglie con bambini non è vacanza: è un prolungamento, in uno scenario diverso da quello familiare, della loro vita quotidiana: un incubo senza interruzioni. 

I genitori stressati, i nonni calabraghe e i bambini capricciosi sembrano far parte integrante delle località di villeggiatura predilette dalle famiglie. Se volete immergervi in un vero marasma di bad vibes (vibrazioni negative) ovvero trovarvi circondati da gente arrabbiata, aggressiva, frustrata e depressa, venite al mare.
"Non ne posso più! - urla una vicina disperata - Si deve sempre fare tutto di corsa! Non c'è neanche il tempo di sedersi a mangiare! Io vi metto una baby-sitter e me ne vado! Io devo vivere! Devo vivere! Devo vivere!"
Alla poveretta sembra di non vivere, si sente soffocare, vorrebbe fare chissà che, ma non può. I figli non si limitano a stare a guardare quello che fanno i genitori, ma seguono il loro esempio. Se la mamma è arrabbiata, i ragazzini saranno delle pesti, che la faranno arrabbiare ancor di più e così l'idillio familiare si perpetuerà per tutti i secoli dei secoli. 

Quando le pesti vogliono qualcosa, piangono e strillano. Hanno capito che la madre dice sempre no perché è arrabbiata per cavoli suoi, ma cede dopo mezz'ora di pianti e strilli per non sentirli più. Tutte le piccole pesti del mondo hanno imparato questa semplice equazione e si regolano di conseguenza. Alle bad vibes psicologiche si aggiungono vibrazioni sonore che nel loro tumultuoso andirivieni fanno saltare i nervi anche ai villeggianti abbastanza fortunati da non avere figli o nipoti. 

Lo spettacolo offerto dalle famiglie con bambini che hanno appena imparato a camminare è desolante: sul lungomare, in cortile, sulla spiaggia, al supermercato uno stridulo coro di mamme, nonne,  nonni e papà intona l'incessante salmodia dei divieti: Non correre, non allontanarti, non toccare, non fare, non andare, non venire, non piangere, non sudare! Poi ci sono gli obblighi e le minacce: Dai la mano a nonno! Stai un po' fermo! Vieni qui! Fai la brava! Se non fai la brava mamma  non ti dà la merendina (una di quelle bombe di grassi e zuccheri raffinati che contribuiscono alla pandemia di obesità e diabete)! Ti gonfio di botte! Finirai sotto una macchina! Alle minacce fanno seguito i giudizi: Siete pessimi! Sei un bambino cattivo! 

Correre e saltare assume dunque una sfumatura morale: i bambini che corrono sono addirittura cattivi, forse faranno morire di crepacuore genitori e nonni. Fare i bravi significa mangiare le schifezze all' orario stabilito, stare fermi, camminare solo a comando e non stancarsi finché non si è arrivati a destinazione. Insomma, i genitori italiani vorrebbero che i loro bambini fossero dei graziosi soprammobili da mostrare ad amici e parenti, non dei viaggiatori appena arrivati, che vogliono esplorare il loro nuovo mondo. D'accordo, il mondo da cui  i bimbi sono appena arrivati era molto meno pericoloso di questo, ma questo è molto meno pericoloso di come genitori e nonni lo descrivono ai pupi per farli stare fermi. Esplorare il mondo, l'attività più sana e naturale per tutti i cuccioli dell'universo, che le mamme di tutti i cuccioli sanno guidare a colpi di muso e soprattutto dando il buon esempio, è per i cuccioli umani un crimine da punire con sganassoni e sensi di colpa. 

Ah, che bella cosa la famiglia, cardine e fondamento della società! È nella famiglia che si apprendono e si consolidano i valori che ci guidano nella vita!

Se da adulti gli italiani sono pieni di paure, sono più pigri e sedentari del divano su cui trascorrono le loro serate televisionarie, fanno una tragedia per ogni piccolo problema invece di cercare la soluzione più semplice; se non sanno organizzarsi e vogliono sempre la pappa pronta, non me ne stupisco affatto! 

Al mercatino di Santa Severa ho visto una scena tristissima. Un papà con frugoletta di circa quattro anni si avvicina alla bancarella delle pietre semipreziose e chiede al gestore: "Avete qualcosa di piccolo per la mia piccola? Un ciondolo..."
Il gestore indica i ciondoli più piccini e aggiunge sorridendo: "La bambina deve scegliere la pietra che la attira di più. Non pensate al segno astrologico." Molto perplesso, il padre concede alla frugolina il permesso di scegliere quello che le piace. La bimba prende un'ametista, la regina delle pietre. Questa piccola farà strada – penso. Ma il papà interviene: "Se scegli quello, poi ci vuole una collanina per appenderlo!" Non ci sono catenine o caucciù e al papà ora anche il ciondolo piccolo pare troppo grande. "Puoi scegliere quello che ti piace purché sia piccolissimo, purché abbia la catenina, purché... Non c'è un braccialetto?" Non ci sono braccialetti. La piccola non fa capricci, si lascia convincere subito che il ciondolo da lei scelto sarebbe troppo grande per lei e alla fine se ne va col premuroso babbo che non le ha comprato niente. 

Quando sarà più grande, la ragazzina potrà scegliere la scuola che vorrà, purché le dia subito un lavoro. Potrà vestirsi come vorrà, purché in abiti femminili tradizionali, mettersi con il ragazzo che vorrà, purché piaccia a papà.... Quell'individuo ha dato una bella lezione di vita a sua figlia: chi è più grosso può permettersi di barare, e i più piccoli ubbidiscono all'autorità anche quando è incoerente. Da adulta la bambina si comporterà anche lei così con i suoi figli. 

In Finlandia, dove vivo 8 mesi l'anno, le famiglie con bambini emanano altrettante bad vibes che qui, ma la scena è completamente diversa: si vedono insieme genitori e figli solo finché i bambini hanno bisogno del passeggino. Appena lasciano il passeggino, i bambini corrono e saltano quanto e dove vogliono, non sono più seguiti né trattenuti né puniti da nessuno, frequentano solo i propri coetanei e i videogiochi, e non imparano da nessuno a dire grazie o prego. Gli insegnanti non hanno né l'autorita né la voglia di intervenire nelle liti dei ragazzini e quindi, tanto a casa quanto a scuola, vige la legge della giungla. I genitori finlandesi non pensano che il mondo sia pericoloso, e comunque i loro marmocchi sono ancor più pericolosi e non hanno motivo di temere orsi e lupi. Molti bambini i nonni li conoscono solo di vista, o non li conoscono affatto. A 60 anni i finlandesi sono già considerati ruderi da figli e nipoti, si sentono sorpassati e inutili e si preparano a finire i loro giorni in una casa di riposo oppure a tagliar corto con un infarto massiccio o un cancro fulminante. 

Una scena tristissima che purtroppo vedo spesso è la seguente: una giovane coppia di scoglionati cammina per strada a passo nordico (i nordici filano come treni, e quando sono ubriachi filano a zig zag) seguiti a distanza da un bimbetto di tre o quattro anni. Il bimbo arranca nel disperato tentativo di raggiungere i genitori, che si voltano al massimo una volta ogni mezz'ora per vedere se il bambino ancora li segue. Niente al mondo li convincerebbe a rallentare o a prenderlo in braccio. Cavoli, il bambino ha le gambe molto più corte delle vostre, non lo capite? Non lo capiscono. Sono stati trattati alla stessa stregua dai loro genitori, sono sopravvissuti e hanno imparato che nessuno aiuta nessuno. Non c'è da stupirsi se si ubriacano per dimenticarlo, e se si suicidano con un entusiasmo da samurai. 

Tra i mediterranei fifoni e rammolliti e i nordici insensibili e autodistruttivi preferirei il giusto mezzo, quello che è appena stato inventato in qualche remoto recesso della California ricca, dove alcuni bambini partoriti nel mar dei Caraibi con il metodo naturale crescono senza rabbia e senza paura grazie a genitori nuovo modello che, non avendo bisogno di andare a lavorare, possono dedicarsi a loro con amore e saggezza.

Ma il resto del mondo come farà?
 

L'urbanistica del divario 

Se non vi eravate accorti che la distanza fra le classi sociali non si è mai accorciata, a Santa Severa la struttura stessa del paese vi sbatte questa triste verità sul grugno. Freschi, verdeggianti, eleganti giardini adornano recintatissime villette graziosamente adagiate una accanto all'altra, mentre chi non ha la villetta deve arrancare su stradine strette, assolate e dissestate che il comune fa finta di far aggiustare solo durante l'estate per far bella figura coi turisti. Se non fosse per qualche ritaglio di ombra che piove da alberi privati sulla pubblica strada, i turisti non motorizzati affollerebbero il reparto grandi ustionati dell'ospedale di Civitavecchia. Anche nel cortile del condominio dove abbiamo affittato, a prezzo stellare, un delizioso appartamentino, l'ombra proviene principalmente dalla quercia che spunta dal giardino con piscina di "Milano marittima". Così abbiamo ribattezzato la villa di fronte, i cui abitanti parlano con l'inequivocabile accento dell'élite. Per fortuna abbiamo anche una magnolia condominiale che infila i rami nel nostro balconcino. Al di là dell'idillico cortiletto, biciclette, automobili e pedoni si arrabattano per superare tutti insieme la fila delle auto, parcheggiate dove hanno trovato un po' di posto.
I marciapiedi, quando ci sono, sono soffocati dalle erbacce, adibiti a semiparcheggio (ci entra al massimo mezza macchina), invasi dalle siepi private, e più scalcinati delle strade stesse. Ogni tanto l'abbaiare di un cane ricco fa trasalire il passante povero e sembra dirgli da dietro la siepe: Tornatene al tuo paese, turista da quattro euro! Ma tutti questi cani ricchi non pagano l'ici per la seconda cuccia? A giudicare dalla quantità di ville signorili, il comune dovrebbe incassare una marea di quattrini. Ma non gli bastano...

Il lungomare è brullo come la luna, con alcuni strani tentativi di palme. Peccato che le palme comunali crescano così poco e male, mentre le palme dei baroni, quelle degli alberghi e anche quelle dei frati conventuali verdeggiano e palmeggiano. Chi provi a camminare sul grigio lastricato del lungomare di giorno, viene incenerito dai raggi solari, chi ci si inoltri di sera viene travolto dalle biciclette – rigorosamente prive di fanali e campanelli. Gli italiani che hanno imparato da piccoli a non sforzarsi, vanno in bici a zig zag, infatti andare dritto costa troppa fatica. Per occupare più spazio, travolgere più pedoni e mettere in difficoltà gli automobilisti, pedalano con le ginocchia aperte e i piedi a papera, e sulla pubblica strada spesso e volentieri contromano. I bambini ti passano sui piedi senza nemmeno accorgersene e intanto continuano a fare la lagna: È pesante! Non ce la faccio! Non so mettere il lucchetto! Papà/mamma mettimelo tu! I tipi sportivi, invece, che hanno imparato a pedalare come Pantani comanda, filano come nordici senza guardare né avanti né di lato. L'unica area verde pubblica è la pedonale via dell'Olimpo, fiancheggiata da panchine, ombreggiata da alti pini e tappezzata di scivolosi aghi di pino che le autospazzole spostano ogni mattina di qua e di là senza riuscire mai a succhiarseli via. Poi c'è un giardinetto rotondo piccolo piccolo, situato a un paio km dal centro, irraggiungibile a piedi durante il giorno sempre a causa della vampa che rende impraticabile il lungomare e del traffico che rende impraticabili le strade interne. La regina delle strade impraticabili è la via principale, la disastratissima via Giunone Lucina. Com'è che Giunone non fulmina la giunta di questo comune da terzo mondo, per aver così disonorato il suo nome?




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