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INSTALLAZIONE DI UBUNTU SU UN VECCHIO COMPUTER E USO DI CLONEZILLA
(Inverno 2010-2011)


INSTALLAZIONE

Un vecchio amico, anche lui "ricercatore" come l’altro citato su queste pagine, sempre attento alle novità tecnologiche di ogni genere, come la scoperta dei pannelli solari che funzionano anche di notte e l’utilizzo della rete elettrica per la connessione ad Internet, mi ha affidato un suo computer, vecchio di almeno dieci anni, che gli sembrava un peccato rottamare. E aveva ragione: funziona ancora benissimo.
Il computer ha un processore da 1700 mhz, una RAM da 1 gb e due dischi: uno da 6 gb e uno da 36 gb (se non ho contato male). Inizialmente sul disco da 6 gb era installato un Windows 98 SE; sul disco da 36 c’era una piccola partizione (10 gb) su cui era installato un Windows XP; l’altra partizione era destinata a dati e programmi di Windows.
L’idea del mio amico era quella di sostituire Windows 98 con una piccola versione di Linux fatta apposta per i vecchi computer: Linux Ogigia Puppet o Linux Ubuntu Lite.
E lui ha subito installato con successo il primo dei due. E Ogigia funzionava benissimo, ma, dato che non aveva generato un Menu di avvio, Windows XP era inaccessibile.
Ogigia prevede che il Boot Menu (detto Grub nel mondo variegato di diverse distribuzioni di Linux) possa essere installato e aggiornato dall’utente, e il mio amico, dopo alcuni tentativi falliti è ricorso a me. Sembrava che il grub venisse veramente generato, ma poi funzionava solo per Linux, non per Windows.

E’ frustrante e inconcepibile sapere che esiste un software sul computer e non avere modo di utilizzarlo. La situazione è quella di un topo che vede un caciocavallo appeso a una trave e, per un po’, non riesce a raggiungerlo.

Il topo, solo per un po’; io ho fallito e rinunciato.

La guida presente nel sito di Ogigia non mi ha aiutato, sicuramente per mia imperizia o, come sospetto - per non arrendermi… all’evidenza -, per incompatibilità con l’hardware o con il software preesistente. In effetti c’era qualcosa che, forse, non era accettabile per Ogigia: tutte le partizioni erano di tipo ‘esteso’.

Abbracciata con convinzione l'ipotesi dell'incompatibilità, anche se, come sempre, mi rimane qualche dubbio, ho deciso di rendere primarie tutte le partizioni e di invertire l’uso dei due dischi: costringere Windows XP in quello da 6 gb e installare un Linux Ubuntu in una delle due partizioni del disco da 36. Perché Ubuntu? Perché è un sistema operativo gratuito, arricchito da tutte le applicazioni che servono a un comune utilizzatore di computer.

L’installazione di Windows XP, senza Service Pack e senza aggiornamenti, è riuscita. Era prevedibile. Quanto a Linux, ho provato un paio delle versioni di Ubuntu più recenti senza successo, e ho accantonato anche Ubuntu Lite, perché mi è sembrato inutilmente leggero, poco maneggevole per chi, come me e il mio amico, non sia tanto istruito nell’uso dei comandi del mondo di Linux o Unix e, inoltre, difettoso nel ‘Power off’ (almeno nelle prove fatte su un paio di computer).

Alla fine, con il disco ‘live’ di Ubuntu 8.04, ho usato GParted (gestore di partizioni) per ristrutturare le partizioni del disco più grande: la prima con filesystem ‘ext3’ per Linux, la seconda in NTFS per dati visibili e gestibili sia da Linux che da Windows, il quale, come è noto, non vede le partizioni di tipo ‘ext’, se non usando qualche apposito software. Tra l’una e l’altra partizione ne ho inserita una piccola di tipo ‘linux-swap’, necessaria per Linux. Qui ho commesso un errore madornale che mi ha fatto perdere molto tempo.

Digressione parapolitica.

Io confesso sempre i miei errori. Perché i nostri politici (e molte altre categorie) non ammettono mai di avere sbagliato? Sarebbe importante per loro e per noi: forse impareremmo a gestire meglio le risorse del nostro globo. Lasciamo perdere, ormai non basta più un’ammissione. Gradirei che si pentissero e cambiassero mestiere.

Fine della digressione.

Ecco l’errore: ho ricavato lo spazio per la ‘linux-swap’ stringendo la seconda partizione, e questo tipo di operazione, per quel GParted (ma anche per altri) richiede circa… un’era geologica! Anche se la partizione era vuota, appena formattata (con formattazione rapida, però, chissà…). Se, invece, avessi accorciato la prima partizione, togliendo lo spazio dal fondo invece che dalla testa, avrei risparmiato qualche… millennio.

A questo punto, ho installato Ubuntu 8.04, il quale, senza problemi, ha generato un Grub composto da più voci di cui le due più importanti sono la prima, che serve a lanciare Linux, e l’ultima, a lanciare Windows.
Il giorno dopo, provando la connessione a Internet, ho ricevuto circa 400 pacchetti di aggiornamento. In più ho sentito l’esigenza di aggiungere GParted, che non era presente all’installazione.
Ho anche pensato che forse sarebbe conveniente passare a una versione più recente, ma dopo avere letto qua e là, articoli sull'upgrade, ho ritenuto più prudente rimanere alla versione attuale, per consentire al prossimo utente di usare con soddisfazione questo sistema sufficientemente stabile e veloce.
Tuttavia, per evitare brutte sorprese, sempre possibili col software e con le passeggiate nel mare magnum di Internet, ho ritenuto giusto produrre almeno un’immagine di Linux per poter ripristinare il sistema in caso di catastrofe.

L’anno scorso avevo già usato Clonezilla per me, ma non ero rimasto molto soddisfatto. Tuttavia, in mancanza di alternative a me note, ho scaricato l’ultima versione dal sito http://clonezilla.org/clonezilla-live.php e ho provato ad usarlo almeno per il salvataggio della partizione di Linux. E questa volta Clonezilla si è comportato in maniera non impeccabile ma entusiasmante. Mi ha preso per mano e mi ha condotto sicuro alla meta.
E mi ha convinto a provare, sul mio e sul sistema del mio amico, anche il ripristino, sempre con successo.

Qui sotto potete seguire passo per passo prima il salvataggio e poi il ripristino della partizione.

USO DI CLONEZILLA (BACKUP E RESTORE DISCO O PARTIZIONE)
Questo documento descrive le foto scattate durante il lavoro di creazione dell'immagine di una partizione di Ubuntu 8.04 e del successivo ripristino.

AVVIO E ACQUISIZIONE DEL NOME DISCO/PARTIZIONE/CARTELLA IN CUI LA PARTIZIONE VERRA' SALVATA

01. Avvio di Clonezilla.
Splash di Clonezilla

02. Scelta della lingua
Lingua italiana

03. Decisione di scelta di un tipo di tastiera uguale o diverso da quello prescelto. Viene scelto un tipo diverso.
Scelta tastiera 1

04. Scelta del tipo di tastiera
Scelta tastiera 2

05. Inizio operativo di Clonezilla. Foto 5 omessa.

06. Scelta tra copia da partizione a immagine (o viceversa per il ripristino) e copia da una partizione a un'altra. Si sceglie partizione-immagine.
Scelta partizione-immagine

07. Scelta del tipo di output: dove salvare la partizione. Si sceglie un hard disk o un disco esterno. 
Scelta  target

Dopo la scelta Clonezilla chiede di attaccare, eventualmente, il connettore della periferica USB "adesso" (se è già connesso, staccarlo e riattaccarlo) e di aspettare 10 secondi prima di battere 'Invio'.
Si consiglia di aspettare anche un po' di più, perché, se il sistema non è abbastanza veloce o se il disco esterno contiene più di una partizione (come nel mio caso), si rischia che Clonezilla non abbia ancora intercettato la presenza del nuovo hardware o di tutte le partizioni.

08. Scelta della partizione su cui memorizzare l'immagine da generare.
Scelta target 2

09. Scelta della cartella, sulla partizione di output scelta, dove memorizzare l'immagine da generare.
Scelta directory

SALVATAGGIO DELL'IMMAGINE DI UBUNTU 8.04
10. Scelta della funzione di salvataggio dell'immagine di Ubuntu.
Scelta salvataggio immagine

11. Digitazione del nome del file-immagine
Nome file

12. Scelta della partizione sorgente da salvare.
Scelta partizione sorgente
ATTENZIONE: dopo aver portato il cursore, usando le frecce 'su' e 'giù', sulla riga in cui è riportato il nome della partizione da salvare, battere la barra spaziatrice per inserire un asterisco indicante la scelta fatta.

13. Esecuzione del salvataggio e avvertimenti finali.
Esecuzione salvataggio immagine

14. Scelta di 'reboot'. Clonezilla chiude tutte le periferiche aperte e apre il cassetto del lettore cdrom.
Fine salvataggio

RIPRISTINO DELLA PARTIZIONE PRECEDENTEMENTE SALVATA
15. Scelta della funzione di ripristino. Il quadro presentato da Clonezilla è lo stesso rappresentato nella foto 10.
Scelta del ripristino

16. Scelta della modalità 'principiante'.
(Foto omessa)

17. Scelta del nome del file-immagine presente nella cartella in cui l'immagine è stata salvata.
Scelta directory

18. Scelta della partizione originale in cui ripristinare Ubuntu 8.04.
Scelta partizione originale

19. Prima di iniziare il ripristino Clonezilla è estremamente prudente (a ragione): scrive 4 volte 'ATTENZIONE' e 2 volte chiede di affermare la volontà di sostituire il contenuto della partizione con quello dell'immagine. Clonezilla non può prendersi la responsabilità della distruzione dei vecchi dati (con qualcosa che è ancora più vecchio, ma serve a sanare qualche disastro).
Attenzione

20. Esecuzione della procedura di ripristino.

Esecuziione ripristino

21. Chiusura della procedura. Vedi foto 14.

 


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