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ANDRA’ TUTTO BENE (22.04.2020)

(di Cira Almenti - Primavera 2020)
scorpio


Per chi abita in una villa con giardino, per chi ancora esce a lavorare è difficile capire chi vive in un monolocale con due finestre su una strada stretta senz’alberi e per compagno ha solo un televisore. Ma il padrone della villa più grande di tutte ha studiato un po’ di psicologia e capisce, e trova divertente rosolare tanti individui improduttivi a fuoco lento nella disperazione, dopo averli convinti che si deve aver paura dell’aria. I virus volano a sciami ovunque, specialmente sulle spiagge spazzate dal vento, nei parchi, in cima alle montagne, nei deserti dove mai essere umano ha messo piede. Si deve stare al chiuso. Siamo tutti insieme da soli, chi è da solo con una famiglia meravigliosa, chi con una famiglia orribile, chi col provvidenziale cagnolino da portare a spasso, chi con una moglie incontentabile, chi con un marito violento, chi è solo. Giorno e notte. Il giorno è lungo e la notte non finisce mai.

Verrà l’estate, il caldo, l’afa, e ancora si dovrà aver paura degli uomini e dell’aria. Ci sono ancora contagi, pochi, va meglio, siamo stati bravi. Non ci sono più contagi, ma potrebbero ricominciare. Non possiamo mollare proprio adesso. Ancora un po’di pazienza. Ancora dieci giorni, un mese, 720 ore. Tutto il giorno senza fare niente, non c’è più niente da dire, gli amici uno a uno sono tutti scomparsi. Uno si è buttato di sotto, uno è morto di fame perché non aveva più soldi. Gli ultimi glieli ha levati la polizia mentre fumava l’ultima canna sotto casa. Non si sono nemmeno accorti che era hashish. Era un irresponsabile, non perché si bruciasse i polmoni col fumo ma perché stava lì sotto casa. Uno ha cominciato a bere e biascica parole incomprensibili al telefono. Chi si è rotto il femore, chi ha avuto una trombosi a forza di star fermo è stato inghiottito da un ospedale e si è dissolto nel nulla.

Tornerà l’autunno e tornerà l’allarme. Gli ultimi abitanti delle topaie sono pallidi come larve, deboli, abbrutiti, non hanno più difese, alla prima brezza prendono un malanno. Arriverà un vaccino obbligatorio, bisognerà vaccinarsi per poter uscire, tutti esulteranno. Il vaccino è nuovo, poco sperimentato, va bene per il virus di ieri, che però è mutato, non per quello di domani, e ha mille effetti collaterali. Ne basterà uno per uccidere anche l’ultimo abitante delle topaie.

Il proprietario della villa più grande non immaginava neppure, due mesi fa, che sarebbe arrivato così in alto grazie a una serie di errori che si è miracolosamente trasformata nell’occasione d’oro. Il caos ha preso forma. La crisi è profonda, il popolo ha paura, ogni giorno dimentica la verità di ieri e crede a quella di oggi, ubbidisce volentieri, acclama l’uomo forte. L’uomo forte fino a due mesi fa non sapeva di esserlo, ora è un dio.

Presto il popolo, svecchiato e liberato dalla povertà di tutti i suoi poveri, potrà ripartire alla conquista del mondo sventolando le bandiere di un nuovo governo unito e forte. Ha nuove imprese e nuovi carri armati di seconda mano; nuovi ospedali non ne ha, nuovi medici nemmeno. A che gli servirebbero? Ha il vaccino e gli basta. Le medicine alternative sono tutte vietate, i viaggi all’estero si fanno solo per lavoro, le universtà pubbliche non esistono più. Gli ultimi aiuti internazionali si sono trasformati, demolite tutte le topaie, in nuove ville con giardino.



Cira



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